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Introduzione

Ambiti di interesse e campi di ricerca, 2011_2014

Negli ultimi quattro anni, l’attività del Centro si è inquadrata all’interno di una crescente complessità dei contesti economici e sociali di riferimento. Seppur specifico, l’ambito delle ricerche svolte dal Centro Fo.Cu.S continua a rivestire una notevole rilevanza sotto vari punti di vista, a partire dalle condizioni insediative e abitative fino a quelle paesaggistiche e ambientali, sia per quanto riguarda l’approccio teorico che quello più prettamente socio-politico.

Le specificità dei piccoli centri. L’Europa è il continente dei “piccoli Comuni” e l’Italia è uno dei paesi europei a maggiore densità. L’86%, dei circa 8.000 Comuni italiani presenta una popolazione inferiore ai 10 mila abitanti, nel loro territorio vive il 32% degli italiani e la loro superficie copre il 68% del territorio nazionale.

I piccoli centri hanno spesso le caratteristiche di “comuni rurali” e per questa ragione sono tenuti in gran conto dalla politica comunitaria di sviluppo agricolo. In forme reticolari, inoltre, i centri storici minori costituiscono la base di gran parte dei distretti sia industriali che culturali e turistici del paese. Le politiche agricole europee (PAC) e le politiche turistiche, nazionali e regionali, attribuiscono sempre maggiore importanza alla valorizzazione delle reti di piccoli Comuni anche perché queste attraggono una crescente domanda specifica e selezionata: quella sempre più attenta alla qualità dei luoghi, dei prodotti agroalimentari, dei servizi per il tempo libero e per la salute.

Come alberghi diffusi,  centri del benessere,  Borghi della Salute, luoghi di insediamento di nuove attività economiche, i piccoli centri cominciano a diventare, nella loro dimensione intercomunale, “oggetti" interessanti per significativi investimenti privati, anche esteri, anche in relazione a interventi innovativi nel settore dell'accessibilità e della mobilità a sostegno di queste reti (l'accesibility planning è una delle priorità della UE).

Valorizzare il paesaggio e difendere l’ambiente. I centri storici minori costituiscono un presidio territoriale per la conservazione dell’ambiente. Il loro decremento demografico, e il conseguente abbandono delle attività economiche, in primis l’agricoltura, si trasformano in pesanti condizioni di rischio per l’ambiente, come purtroppo dimostrano i disastri ecologico-ambientali sempre più frequenti. Interventi di rigenerazione dei territori storici a livello intercomunale contribuiscono quindi a preservare e difendere l’ambiente, bloccando i processi di spopolamento e di degrado che caratterizzano questi contesti insediativi.

L'UNESCO nella sua Raccomandazione sul "Paesaggio storico urbano" (dicembre 2011), guarda alla valorizzazione dei territori storici come organismi da riusare visti in stretta relazione con i loro contesti paesaggistici.

Abitare. I centri storici minori, anche per l’evolversi della ICT (Information and Communication Technology), sono, e possono diventare sempre più, una risorsa per far fronte al fabbisogno abitativo insoddisfatto a differenti livelli qualitativi. Strategie di rigenerazione, specificamente incardinate sui piccoli e medi comuni delle città metropolitane o su quelli localizzati lungo le reti di trasporto su ferro, possono preservare e accrescere sia il livello di qualità della residenza nelle grandi città che offrire soluzioni, anche se parziali, ai problemi di housing sociale per le fasce a più basso reddito.

L’insediamento dei migranti in molti centri storici minori delle aree metropolitane e rurali, la volontà degli anziani a rimanere legati ai loro tessuti urbani, lo spostamento delle residenze delle famiglie più ricche nei comuni di corona alle città maggiori sono tutti fenomeni che evidenziano che è possibile ripensare a questi centri come risorsa abitativa. Le azioni volte alla loro rigenerazione, inoltre, costituiscono strumenti innovativi per contrastare, parzialmente, l'espansione insediativa (sprawl), la congestione urbana e il conseguente consumo di suolo, tema di grande rilevanza non solo a livello internazionale, ma anche per il nostro Governo che sta ha in discussione un disegno di legge sulla riduzione del consumo di suolo in connessione con la promozione di azioni di rigenerazione.

Discutere. Alcuni temi posti di recente al dibattito in merito allo sviluppo e al benessere, alla crescita economica, alla coesione sociale e alla qualità della vita, attribuiscono una crescente importanza anche alla qualità dei luoghi di vita e lavoro. La rigenerazione dei territori storici assume sempre maggiore importanza perché questi luoghi sono ancora ricchi di “qualità ambientale”, di identità e di capitale sociale. La letteratura sulle nuove forme di sviluppo locale, sulla rilevanza delle reti di piccole imprese e sulle forme associative delle municipalità porta all'attenzione dei ricercatori modelli di analisi per interpretare il territorio e programmarlo in termini di sistemi locali di produzione e di sistemi decisionali e di governance, in grado di sostenere la definizione e l'elaborazione di politiche di tipo bottom up.

Emergono nuovi e originali approcci ai temi dello sviluppo come il dibattito su “Km zero” (irrobustito dalla nascita e dalla veloce diffusione di nuove forme distributive, i gruppi di acquisto), sulla decrescita, sulla happiness economics e sull’elogio della lentezza che porta, insieme alla diffusione delle ICT, ad attribuire nuove valenze ai sistemi dei piccoli centri storici.

Il dibattito inizia ad assumere sempre maggiore importanza e a investire il livello istituzionale e decisionale, specialmente quello europeo. Nella nuova programmazione 2014-2020, una quota significativa dei fondi comunitari destinati alle politiche urbane e agricole saranno destinati a interventi di rigenerazione dei comuni rurali e dei centri più piccoli attraverso lo strumento del CLLD (Community-Led Local Development).

Governare e amministrare. Le politiche del Governo italiano a sostegno dei processi di rigenerazione e sviluppo dei piccoli centri sono ancora timide e insufficienti. Devono essere ancora approvate le leggi a sostegno dello sviluppo dei piccoli comuni, dopo anni di giacenza in Parlamento, e la proposta di legge sulla riqualificazione dei centri storici. Interessante è però l’attività di sperimentazione e valorizzazione promossa dalle Regioni e dal livello locale. E sono gli Enti territoriali, che non avendo a disposizione strumenti per l’analisi e la elaborazione di efficaci strategie di sviluppo e rigenerazione, che richiedono sempre più il contributo di Università, Dipartimenti e Centri di ricerca.

Essere interdisciplinari. Il Centro è stato improntato, fin dalla sua costituzione nel febbraio 2007, ad assumere posizioni e approcci interdisciplinari per poter dare risposta alle differenti problematiche poste dalle politiche di rigenerazione e sviluppo dei centri più piccoli. Il Consiglio direttivo vede, infatti, la presenza di quattro Dipartimenti: quello di Pianificazione Design Tecnologia dell'Architettura; quello di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, quello di Economia e Diritto, quello di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale.

 

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Dipartimento DICEA

Facoltà Ingegneria Civile e Industriale

Via Eudossiana 18 00184 Roma